Ebbe i natali in Montalbano Jonico nel XIII secolo, artigiano, mastro muratore e chierico della Chiesa di Anglona, firmava le sue opere con una scimmia che copula un coniglio, quando la Lucania veniva a far parte del Regno di Napoli, in uno scenario ancora feudale. Questo è un periodo molto vivace artisticamente e culturalmente perché mentre alla corte di Federico ll si discuteva di diritto, di latino, di astronomia e si progettava la costruzione di solidi castelli, di contro anche la Chiesa, che cercava di contenere le idee circolanti della cultura federiciana promuoveva lo studio del latino e progettava opere architettoniche per sbalordire e mantenere desto il sentimento religioso delle popolazioni. Ma la vera cultura popolare, che si nutriva di elementi greci, musulmani, bizantini e longobardi, perde di vigore rispetto alla cultura ufficiale ‘Sveva’ e si esprime soprattutto nel fervore di architetture ecclesiastiche e militari. Si verifica il primo passo di folklorizzazione della cultura originale. Infatti lo stesso Melchiorre da Montalbano fu in contatto con Bartolomeo di Foggia e con Nicola di Bartolomeo, innesta sulle radici romanico – lucane i modi gotico – borgoglioni.
Le sue opere si trovano disseminate non solo sul territorio lucano: a Rapolla, Miglionico, Matera, Bansi e Tolve dove realizzò il pulpito, ma anche in Puglia e Campania dove a Teggiano realizzò il pulpito (rarissimo esempio in Italia di scultura firmata ) scolpito da Melchiorre da Montalbano, datato 1271. Tutta l’opera, realizzata in pietra di Teggiano, su quattro colonne sormontate da quattro capitelli e da due archi trilobati, ha un significato allegorico: partendo dall’alto troviamo i simboli dei quattro evangelisti (Marco, Matteo, Giovanni e Luca), al di sotto, scolpiti nei triangoli, il cervo (raffigurante l’uomo non ancora convertito) poi il leone (raffigurante l’uomo forte e potente perchè cristiano) poi Mosè che indica Eva. Nella figura centrale il leone rappresenta la potenza della Chiesa che regge la colonna attorcigliata simboleggiante l’umanità e, al di sopra, l’eterna lotta tra il bene e il male con il guerriero (il bene) che con sforzo difende la lepre (l’uomo) dall’aquila (il male) fu fatta nell’anno 1270 nella Chiesa di San Michele Arcangelo e un portale nella Cattedrale di Santa Maria Maggiore. to del Vescovo Giovanni d’Anglona realizzò il portale della Cattedrale di Rapolla dove Melchiorre aveva voluto adoperare delle colonne di marmo provenienti da un edificio antico. Si denota qui, un gusto per il recupero delle forme classiche, che si manifesta anche nella decorazione della parte superiore esterna dell’abside della Cattedrale di Santa Maria d’Anglona. Il ricordo dell’antico si evidenzia nelle lastre calcaree scolpite a mò di triglifi.
Ad Anglona invece realizzò le formelle dei simboli dei quattro Evangelisti e dell’Agnus Dei e i capitelli del campanile.Non si conosce ne la data di nascita ne quella di morte di Melchiorre. L’unica notizia certa è quella che si può rilevare da un iscrizione latina sulla porta maggiore del Duomo di Rapolla che così afferma ” Clericus Anglonicus Albano Monte nutritus – Melchior est faber operis laudabilis Huvius”.